Diario di Viaggio

Italians VS…Romania – Quando lo stereotipo è (ancora) duro a morire.

Qual’è il primo pensiero che sfiora la mente dell’italiano medio se dico “Romania“? Accampamenti rom nascosti nell’erba alta nelle periferie? Signore cinquantenni a braccetto con anziani che mostrano evidenti difficoltà nella deambulazione? Giovani ragazze pronte a soddisfare i più perversi desideri per due spicci?

E se vi dico Romania a voi cosa viene in mente? Queste sono le domande che mi sono posta seduta sul mio aereo in direzione Bucarest, mentre ripassavo mentalmente le tappe che avrei dovuto affrontare nel poco tempo a mia disposizione. E se me le sono poste è stato perché i miei ignoti e temporanei compagni di viaggio, italiani doc, erano lì a scambiarsi commenti entusiasti sul week-end a venire.
Le prospettive però erano decisamente diverse da quelle mie e di Alessio.

“In Romania il cibo costa poco e le ragazze la danno via facile, sarà dunque semplice portarsi a casa una notte di passione. In Romania non c’è bisogno di parlare in inglese perché tutti parlano italiano (ah, davvero?), la Romania non ha molto da offrire, non c’è una vita notturna come può esserci a Ibiza o Formentera. E soprattutto…ma che ci stiamo andando a fare in Romania? In inverno, poi?”

Andare in Romania costa poco, viverla costa poco, tutto costa poco. Ecco perché ultimamente attrae orde di turisti impreparati. Perché sì, non sarò forse la massima esperta di Romania al mondo ma una cosa è certa, gli italiani questo posto non l’hanno capito.

Non che i rom non esistano in Romania, ma nulla di più di quelli che possiamo trovare in Italia, a mendicare davanti una chiesa….

La mia personale Romania ci ha accolti in un viale pieno di luminarie natalizie, con un’enorme albero di Natale a brillare sulla città vecchia. Giovani ragazzi pronti a scambiare quattro chiacchiere con noi, palazzi liberty e librerie candide come latte, bicchieri di vin brulé per riscaldare l’inverno serviti da sorridenti signori che ti invitano ad aggiungere un altro po’ di zucchero, fiocchi di neve che cadono lenti dal cielo ricoprendo tutto di un morbido bianco, quello dell’inverno vero che scricchiola sotto i tuoi passi e che puoi affrontare solo dopo aver consumato una bella zuppa calda.

L’Iconica libreria Cărturești Carusel, un piccolo paradiso per chi ama i libri come me!
Mercatino di Natale di Bucharest

Ne ho attraversato la campagna secca di sfumature del bronzo, individuando le casette di legno con il tetto spiovente come le avevo viste sui libri delle favole, ne ho profanato le chiese ortodosse assistendo alle cerimonie senza capire una parola, ne ho assaggiato i sapori forti che sanno di aglio e di brace per combattere la fame e il freddo.

Ne ho avuto un pezzettino molto piccolo, ma quanto basta per capire che no, non è vero che la Romania non ha niente da offrire. È quel posto dove è necessario andare per fare un salto indietro nel tempo, e tra covoni di fieno nei campi e castelli avvolti in mistero e leggenda, lasciarsi inghiottire dallo scenario da fiaba. Non di quelle necessariamente a lieto fine, ma non per questo meno affascinanti…

Una delle mie tappe preferite in assoluto: il Castello di Dracula!! Gli dedicherò un intero post, non disperate.

Se vorrete seguirmi anche in questo viaggio ve ne parlerò nel dettaglio nei prossimi post, e vedrete che può essere una delle più belle scoperte da scoprire nel vostri futuro di viaggio!

10 pensieri su “Italians VS…Romania – Quando lo stereotipo è (ancora) duro a morire.”

  1. I deliquenti sono zingari non romeni e sono lo 0,3% di una comunita di 2.000.000 di persone che lavorano onestamente che pagano le tasse e contribuiscono alla cresita del paese..Però come al solito a voi italiani piace “ampliare” la cosa..State facendo vedere solo cose negative ma dei 2.000.000 di contribienti non parla nessuno! Discriminare e discreditare la fonte è il trucco più vecchio del mondo…Pensate che il mondo gira intorno a voi,pensate di essere i più furbi del mondo ma in realtà valete meno di zero..Sapete solo scappare di fronte ai vostri problemi,dare la colpa agli stranieri di tutto,siete il popolo più razzista e xenofobo del mondo ma fortunatamente tutti hanno capito chi siete veramente..Al posto di screditare la Romania perché non parli della tua Italia, pardon, Africa…Tutti i paesi usano il vostro paese come discarica,scaricano le loro feccie da voi,le aziende scappano, non investe più nessuno da voi..vi stanno distruggendo piano piano..Pensate che con il nuovo governo sarà meglio? Se non farete esattamente quello che UE dice siete fottuti..Arriverete come la Venezuela..Gia è che siete diventati terzo mondo è avete il corragio di parlare e screditare gli altri popoli..Gli italiani che vengono in Romania è dicono di “investire” e “creare lavoro” in realtà sono dei morti di fame,morti di fica, e soprattutto froci che scappano dall’Italia per non morire di fame con quella crisi e tasse..Ma fortunatamente i miei paesani hanno visto i modi in cui gli trattate (non gli pagate schiave sessuale minacce etc etc) e manco morti vanno a lavorare per voi..Specialmente quando gli incontriamo ( perché voi non uscite di casa perché avete paura) gli picchiamo è sarrano sempre picchiati e boicottati da tutti..Potete parlare male del popolo romeno quanto volete ma ricordatevi che prima o poi dovrete pur uscire di casa!! Ciao Africa(shitaly)

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    1. Purtroppo quello che scrivi qua sopra non ti fa onore e conferma aihme tanti stereotipi però se parli italiano vuol dire che tutto sommato l’italia qualcosa ti ha dato, magari anche un lavoro e se non è l’Italia lo è sicuramente l’ingresso nell’unione europea e l’acesso ai fondi strutturali. Voglio raccontarti un episodio, lavoro in un autonoleggio in un areoporto, dove arrivano voli da tutta europa. Arriva un volo da Bucarest e dovevo fornire l’auto a noleggio a 7 clienti rumeni con relative famiglie. La procedura di compilazione dell’anagrafica è un pò lunga e il lavoro impone anche di provare a vendere ad ogni cliente qualche servizio in più, questo comporta un pò di tempo da una pratica e l’altra sopratutto quando si è alle prime armi. Mentre concludo il contratto una persona dalla fila dietro urla di sbrigarmi che lui aveva fatto un volo di quattro ore e che io ero lento (erano le 10 e trenta di sera ed io lavoravo dalla 15 ma a questa persona non importava, lui era in vacanza) io non ho detto una parola perchè a lavoro per un esigenza di azienda non posso rispondere a male parole come questa persona si meritava. Concludo la trattativa con il primo cliente e servo il secondo che vuole pagare metà in carta di credito e metà in contanti (rispondo che non è possibile perchè per politica aziendale non possiamo accettare contanti non certamente perchè erano rumeni), nel fratempo si accalcano quasi tutti davanti al box (senza mascherina e senza rispettare le distanze di sicurezza in tempo di covid, ma io non dico nulla benchè ne andesse della mia salute) vogliono portarsi avanti e compilare il modo anagrafico per non perdere tempo e glielo concedo. Comincio ad avere molta ansia, ma non per loro ma perchè sono ai primi giorni di lavoro e ho paura di commettere errori, e in infatti ne commetto uno (comunico un prezzo sbagliato ad un cliente rispetto a quello che c’è sul preventivo…è stato solo un errore di comunicazione il signore ha pagato quanto doveva però si è giustamente preoccuppato e si sono create delle incomprensioni ). Continuo a lavorare e ad un altra coppia chiedo solo di spiegarmi la loro via di abitazione, per sentirmi dire “Perchè non sai leggere ?” (chiedo scusa se non è scritto in stampatello e non posso decifrare ogni carattere). Nel fratempo il tipo “che era stanco” dice che loro sono come tutti gli altri. Faccio presente che io non detto una parola e stavo solo cercando di fare il mio lavoro con l’esperienza che avevo e gli errori che ho fatto.
      Queste persone, colme di pregiudizio nei confronti degl’italiani, anche per colpa degli italiani stessi, questo è vero, mi hanno trattato esattamente come hai scritto tu, ne più e ne meno. Se ho fatto qualcosa di sbagliato è stato per inesperienza non certo per mancanza di rispetto, stavo solo cercando di lavorare
      In tutto questo benchè non conosca il rumeno sentivo tra di loro che parlvano e capivo “italiano…” e sentivo canzoncine sempre in italiano. Ora trai le conclusioni, tutti i giorni ho a che fare con spagnoli, portoghesi, cechi, tedeschi, polacchi e nessuno dico nessuno si è comporato così. Sicuramente c’è un grosso problema di pregiudizio da tutte e due le parti. Ci sono rimasto malissimo e purtroppo ne ho tratto una bruttissima esperienza. E mi chiedo anche se ho fatto se ho detto qualcosa che può avergli indispettiti perchè io ho l’impressione di aver avuto a che fare con dei gran caffoni.

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