Come saprete da altri miei post, quando viaggio mi piace scoprire la cucina tradizionale del luogo, andando alla ricerca dei piatti tipici e snobbando la pseudo cucina italiana che spesso ci propinano fuori dai nostri confini. Lo scopo è anche, e soprattutto, quello di mangiare bene. Ma non è sempre così facile trovare i piatti giusti…
Infatti, come ho già detto in questo vecchio articolo, assaggiare la cucina tradizionale inglese sembra quasi impossibile. In tutto il Regno Unito, infatti, la cucina multietnica ha quasi distrutto la tradizione locale, e ormai i piatti che si tramandano di nonna in nonna sembrano un’esclusiva dell’inglese purosangue. Vivendo in una host family mi sono illusa che, almeno qui, avrei mangiato inglese. E invece no, la famiglia multiculturale (a quanto vedo ormai preponderante da queste parti) cucina roba da tutto il mondo, meno che locale. Stanca dell’ennesima pastasciutta collosa e priva di sale, ho deciso di rimboccarmi le maniche e andare alla ricerca di questa morente cucina.
Tanto per cominciare ho provato ad indagare sullo street food, visto che il viaggiatore low cost spesso si ritrova con pochi pound in tasca e la necessità di far rientrare in quel budget il suo pasto. E no, non esiste solo il fish&chips! A tal proposito sulla via principale di LLandudno avevo adocchiato da tempo la Gerrards Bakery, fondata nel 1838 e a conduzione familiare. Qui è possibile trovare le meat pie, piccole torte salate di sfoglia o di pasta brisè. Il ripieno ha varie diverse combinazioni regionali, il gusto speziato non fa gridare a nulla di eccezionale ma sicuramente sazia ed è caldo ed economico (andiamo da 1£-2,50£ in media). Poi naturalmente da Gerrards potrete trovare una valanga di dolci, tra muffin (ne ho mangiato uno al caramello superbo), welsh cakes ricoperte di cioccolato e scones, i biscotti da tè scozzesi all’uvetta. Una particolarità che mi ha colpito dei dolci di questo forno è il loro essere non eccessivamente zuccherati, a differenza di quelli di un Greggs, ad esempio, che io adoro attenzione, ma la cui quantità di zucchero oscura qualsiasi altro sapore.



Per quanto riguarda il pranzo (o la cena) a parte il sopracitato fish&chips, vanno forti carni arrosto accompagnate da verdure, e la domenica qui come in Inghilterra è la giornata dell’arrosto. Potrete vedere in vari pub o ristoranti i cartelli che recitano “roast beaf”, anche se il prezzo di una portata si aggira intorno ai 10£. Ma d’altronde stiamo parlando di un piatto di carne. Ma una delle mie scoperte low cost è stato un pub, il Palladium, acquisito dalla catena Wheterspoon, inserito in un bellissimo teatro dismesso, dove con una media di 7£ è possibile mangiare e bere. Certo, qui, come in tutti i menù, troverete sempre quel “spaghetti bolognesa” che vi farà storcere il naso, ma sforzatevi di saltare quel rigo del menù.


In sostanza la cucina inglese esiste, è nascosta, non ha moltissimi piatti tradizionali perché è una cucina “imbastardita”, a detta di tutti gli inglesi con i quali ne ho parlato. Paul, uno dei collaboratori della scuola, mi ha detto con un ampio sorriso che l’unico modo per mangiare una cucina 100% tradizionale è quello di andare a casa di una vecchia signora la domenica, per ricevere questo famoso roast beaf con patate e budino di yorkshire. Alla fine la nonna è sempre la nonna, anche in UK.
Un piatto di meat pie lo assaggerei ben volentieri.
Ma quella della vecchia signora che cucina in modo autenticamente tradizionale è un classico.
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