E dopo il 2 cosa viene? il 3? E invece no! Salto la terza tappa del mio interrail, Parigi, in quanto ne ho già parlato in quest’articolo. Non solo, viste le recenti vicende che riguardano la Ville Lumière direi che se ne è parlato fin troppo, è il momento che questa città riposi…Non che la prossima di cui sto per parlare sia meno nominata in questi giorni! Ma ad ogni modo, ricollegandoci al precedente articolo, perso il misterioso Megabus, io e il mio fido compagno d’avventure Alessio ci siamo imbarcati in una serie di coincidenze di treni regionali per lasciare la capitale francese e arrivare sul suolo Belga! L’itinerario (Parigi – Amiens – Lille – Bruxelles) durato diverse ore, un treno perso e fatica immane ci ha portati ad una quarta tappa in notturna, con ogni singolo negozio chiuso, la metro vuota e un silenzio di tomba.
Ammetto che la prima impressione non è stata delle migliori. Ci ha rincuorati un hotel di tutto rispetto, il MaxHotel, credo il migliore di questo viaggio: super tecnologico (la reception era automatizzata, un robot in pratica!) grande, pulito… e soprattutto pagato con un bel 70% di sconto grazie alle offerte di Booking.com! Lo stomaco pieno solo di un pugno di Madeleines e qualche Oreo reduci di Lyon ci addormentiamo sognando una lauta colazione. Che arriva grazie ad HEMA, una catena di discount olandesi. Uno di questi HEMA, a pochi passi dal nostro hotel (che tra l’altro si trovava davvero a cinque minuti dal centro) ci ha nutrito di una colazione da campioni, e per soli 2 euro, con cappuccino, panino e frittata e cornetto con marmellata!
Rimpinzatici per bene siamo finalmente pronti per il nostro tour della città! Per prima cosa, da buoni nerd, non poteva mancare una capatina al Centre belge de la bande dessinée, le cui statue promozionali rallegrano tutta Bruxelles. Il fumetto è qui parecchio sentito, avendo dato la natalità a parecchi disegnatori, a partire da Peyo, il padre dei Puffi per finire con Hergé, creatore de “Le avventure di Tintin”, e il Centro offre un’esposizione permanente di tavole originali, e un’enorme sala lettura.

Per chi preferisce un turismo più classico non può che passare per la Grand Place, la cui torre del glorioso Municipio è possibile scorgere da molti punti della città. Qui vi è anche il Museo della Storia di Bruxelles, ospitato nella bellissima Maison du Roi, e visitabile a soli 3 euro con sconto studenti. Naturalmente è d’obbligo una capatina alla fontana del Manneken Pis, il simbolo di Bruxelles. Si narra, di fatti, che un incendio fu sventato da questo piccolo bimbo che non seppe resistere ai suoi bisogni primari. Durante la nostra visita abbiamo beccato una cerimonia di presentazione del suo nuovo outfit, visto che è tradizione vestirlo nei più svariati dei modi, ed è stato davvero curioso vedere la gente intonare una canzone in suo onore mentre, mi scuserete il “francesismo”…pisciava letteralmente sulla folla!

Zona Manneken Pis è anche la patria dei Waffels, che insieme al cono di patatine belga è un must da mangiare a Bruxelles. Tra l’altro potete provarlo senza alcun condimento a solo 1 euro, per poi scegliere versioni decisamente più golose (dai 2 ai 5 euro). Chi invece preferisce un pranzo vero e proprio, passando dalla Galeries Royale Saint-Hubert, un tempo ritrovo di poeti artisti ora sede di negozi tourist trap, è possibile arrivare ad una zona piena di piccoli ristorantini e trattorie dal menù fisso tra i 10 e i 12 euro.


Per chi, come me, ama visitare le chiese, non mancate la splendida cattedrale gotica di Saints-Michel-et-Gudule, dove si celebrano i matrimoni e le incoronazioni reali. E Notre Dame du Sablon, di fronte la quale nei week end vi è un piccolo mercato dell’antiquariato e il piccolo Jardin du Petit Sablon.




Infine, visto anche lo scarso tempo a nostra disposizione, abbiamo fatto una scarpinata fino al Mont des Arts, dove si trovano i principali musei della città e da dove si può godere di una splendida vista, che sarebbe sicuramente stata meravigliosa la sera, ma il freddo del periodo che le ferie ci hanno concesso non hanno permesso di stare fuori al calar del sole, quindi dopo una cena leggera acquistata in un Carrefour Express, un vero e proprio Convenience Shop d’Europa (in Italia l’ho visto solo a Milano, chissà se si diffonderà anche qui al sud) siamo tornati in Hotel, pronti per la prossima meta…L’Olanda!
