Il traguardo d’arrivo: la capitale polacca ricostruita dalle ceneri della 2° Guerra Mondiale, Varsavia, credo sia stata la più bella scoperta di questo viaggio. Lasciare la gelida Germania per la Polonia in treno, attraversando miglia e miglia di sconfinati campi dai colori autunnali, quasi i centri abitati si fossero dilatati in questi spazi. La stazione di Varsavia ci ha dato il benvenuto direttamente nel quartiere finanziario, dove svettano grattacieli degni di una metropoli europea, dominati da “Il mostro“, il Palazzo della Cultura e della Scienza donato dall’Unione Sovietica, un inquietante edificio mastodontico di stampo russo dal quale è possibile ammirare la città per soli 20zł (circa 5 euro).

Non solo, accanto alla stazione vi è un’enorme centro commerciale con tanto di Hard Rock Café, che è stato meta di pellegrinaggio per le nostre cene low cost. Anche se, Varsavia, forte di un cambio favorevole, è sicuramente una delle capitali più economiche, credo dell’intera Europa, tanto economica che siamo riusciti a pranzare in un ristorante nella città vecchia spendendo appena 7 euro a testa, tra pierogi (i tradizionali ravioli polacchi), una sorta di mega tortino di patate annegato nella crema di funghi e birra!

La città vecchia è il cuore di Varsavia, come accennato si tratta di una città finta, in quanto perfettamente ricostruita sulle macerie lasciate dall’annientamento totale della città nel 1944, che è stata letteralmente rasa al suolo per via di un’enorme ribellione antinazista durata una sessantina di giorni. La guerra ha lasciato 800.000 morti, e una città fantasma che è riuscita a risollevarsi diventando oggi un centro economico e culturale europeo in costante crescita!
Sulla piazza della città vecchia si affaccia il Palazzo Reale, visitabile anch’esso con uno sconto studenti a 15,00zł (circa 4 euro). Proprio questo Palazzo aiuta a capire qual’è stato il processo di ricostruzione storica della città, basato sul recupero di tutto ciò che era possibile, a partire dalle collezioni e gli oggetti conservati principalmente in Russia e duplicando ciò che è andato definitivamente perduto.



Varsavia è una città parecchio religiosa, avendo dato la Polonia i natali a papa Wojtyla questa cultura si è conservata maggiormente che in altre nazioni. Visitando le innumerevoli chiese ho notato famiglie, anche giovani, inginocchiarsi immediatamente non appena varcata la soglia e racchiudersi in preghiera. E da Italiana, dove il Vaticano quasi getta un’ombra su tutte le nostre decisioni, non avevo mai visto cotanto zelo.


Ma Varsavia ha dato i natali anche a Niccolò Copernico e Chopin, entrambi celebrati quasi come eroi nazionali con monumenti, targhe commemorative e varie iniziative che portano i loro nomi.

Varsavia mi ha fatto venire voglia di visitare meglio quest’incredibile terra che è la Polonia (ammetto di conoscere diversi polacchi, e di aver avuto anche attraverso Aiesec solo racconti positivi a riguardo) e magari ritornare a Varsavia per approfondire quei luoghi che non sono riuscita a toccare.
Il mio viaggio finisce qui, preso l’aereo presso l’areoporto Chopin (come vi dicevo) ci siamo improvvisamente ritrovati al caldo catanese, memori di un autunno europeo che qui in Sicilia quasi non si percepisce. Mi sarebbe piaciuto poter spendere più tempo nella mia scoperta dell’Europa in treno, se riuscite e se volete fatelo, spendeteci più tempo che potete. Non c’è nulla di più avventuroso di un viaggio.
Sì, un viaggio, non una vacanza!
Bellissimo post ma Copernico è nato a Torun non a Varsavia! Mi raccomando, torna presto in Polonia, è bellissima e se vuoi ho dei suggerimenti 🙂
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Grazie della correzione!!! Tornerò sicuramente, in linea teorica vorrei poter fare il Sentiero dei Nidi d’Aquila, spero di riuscirci l’anno prossimo! 😀
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prego! (oddio tanyathechipette è un nickname vecchissimo)
Sentiero dei Nidi d’Aquila? Mai sentito nominare, ma, sembra interessante!
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