Buongiorno ancora una volta dal Giappone! L’assenza di questi giorni è dovuta ad un breve itinerario di appena una settimana che mi ha vista in giro per l’Asia tra Giappone e Taiwan. Appena tornata a Kyoto ho davvero tante di quelle cose da raccontare che non so neanche in che ordine iniziare, ecco perché ho deciso di affidarmi a quello cronologico, e inizieremo dunque dal mio arrivo ad Osaka!
Alla mia terza esperienza di viaggio in solitaria sentivo che mancava qualcosa nel mio bagaglio, e cioè inserirmi in una famiglia locale, come tra l’altro ho sempre fatto in ogni mia trasferta. Vivere in appartamento con coetanei da tutto il mondo è sicuramente divertente e interessante, ma ti esclude in qualche modo dalla vera routine locale.
Sapendo di dover passare qualche giorno a Osaka prima di prendere il mio aereo, ho deciso di cercarmi un’host family, e la scelta è ricaduta su uno dei miei siti preferiti, ovvero Couchsurfing. Per chi non lo sapesse è una piattaforma gratuita dove cercare host in tutto il mondo disposti ad ospitarvi senza chiedere nulla in cambio. Ho trovato la casetta che faceva per me proprio online, una famiglia ad Abenobashi con due piccole pesti e una fitta routine che mi ha accolta nella sua quotidianità come solo la gente del Kansai sa fare. Tra chiacchiere in ginocchio sul tatami, deliziose cene fatte in casa e lotte con gli energetici bimbi non è stato difficile scoprire nuove luci (ed ombre) della cultura Giapponese.

Ad esempio non immaginavo quanto la religione fosse in realtà secondaria qui, visto quanto i Giapponesi appaiano legati alle loro tradizioni e ai loro rituali. Asako-san ha infatti iscritto i figli un asilo cristiano, seppur un tetro altare shinto getti un occhio sul salotto. Perché non ha importanza che il figlio la sera preghi Dio, come Buddha o Allah, qui è possibile seguire una religione come tutte, senza doversi per forza inserire nei binari di una singola dottrina.

Per contro i Giapponesi sono molto più legati all’etichetta nel mondo del lavoro. E quando il tuo ufficio organizza un giro negli izakaya per bere saké fino a tarda notte, poco importa che tu sia un medico con poche ore di sonno addosso, perché la regola vuole che tu debba andare, o si penserà che non sia in grado di “lavorare in team”. Sì, anche al di fuori dell’orario lavorativo!
E poi cosa c’è di più giapponese di seguire la finale del campionato di Baseball, lo sport nazionale, in uno scontro tra le Carpe di Hiroshisma e i Fighters dell’Hokkaido mangiando riso e zuppa di miso e ascoltando i commenti entusiasti della famiglia come solo nel campionato di calcio italiano potresti sentire?

Insomma, tre serate davvero particolari e in un clima assolutamente diverso, che ti fa toccare con mano uno stile di vita magari lontano dal proprio, ma anche per questo così interessante da vivere.
Happy traveling!
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Thank you! 😀
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Leggendoti mi son sentita seduta in ginocchio con voi guardando la partita 😉
Grazie per aver condiviso questa tua esperienza, mi ha colpito il loro legame con la religione.
Buon proseguimento!! (fammi sapere se poi lo prepari il sushi, ho scoperto che lo si deve mangiare tiepido) 😉
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Grazie mille, non appena mi cimenterò ti farò sapere! 😀
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Aspetto tue 😉
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Al solito: utilissima! Ho già cliccato sul link e sto dando un’occhiata *-*
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Couchsurfing è un’ottima piattaforma..purché faccia moltissima attenzione ai feedback! Buona ricerca ;D
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Grazie! Nel caso chiederò a te 😀
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Quanto avrei voglia di tornare in Giappone, poi leggendo i tuoi post la cosa non può che peggiorare 🙂
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Il Giappone ti aspetta! 😉
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Infatti ci tornerò prima o poi 🙂
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