Ah, l’estate 2020, un’estate sicuramente atipica che per molti ha significato la riscoperta della propria regione e dei suoi dintorni, in particolar modo quelli naturalistici. E parlo anche per esperienza personale: da amante dell’arte e dei paesaggi urbani, chiusa in una città dove gli spazi culturali avevano appeso il cartello “chiuso a data da destinarsi“, non potevo che rifugiarmi nella vicina natura, spesso bistrattata. Quando è stato possibile, dunque, sono stata nei dintorni piemontesi, tra i vigneti delle Langhe e i Campi di Lavanda di Sale San Giovanni, ai tranquilli laghi di Avigliana fino al turistico lago Maggiore di Stresa.
Ma non è di queste (inflazionate?) mete che voglio parlarvi, perché oggi torneremo a ripercorrere i sentieri di montagna della Valchiusella, valle del Canavese che prende il nome dall’omonimo fiume, e che mi ha incantato con la sua atmosfera fiabesca rimasta congelata in un tempo passato.

Per giungere da queste parti bisogna muoversi in macchina, superando Ivrea e proseguendo fin quasi al confine con la Valle d’Aosta, in direzione Traversella. Non appena vi avvicinerete all’ultimo comune di questa valle, vi farete già un’idea di cosa vi aspetterà dopo: cascate, cascatelle e fiumiciattoli ovunque! Le rocce umide d’acqua sudano rivoli che vanno ad ingrossare il torrente Chiusella, più o meno impetuoso a seconda di dove lo attraverserete.
Leggendo vari itinerari sul web abbiamo scelto di ripercorrere parte della Via dei Cantoni, un sentiero facile facile e adatto a tutti, che, contato il tempo di qualche scatto, è durato un paio d’ore.
Sulla via dei Cantoni
La “via dei Cantoni” parte da Mulino di Chiara, dov’è possibile parcheggiare e iniziare un percorso escursionistico che ripercorre vecchie mulattiere attraverso diversi borghi montani chiamati in passato “cantun” (da qui appunto il nome). Il percorso, ad anello, permette di risalire un buon tratto del torrente Chiusella, passando per Fondo e giungendo fino all’isolata Tallorno, da dove ricomincia la discesa verso Chiara attraverso vari piccolissimi cantun. La durata totale di tutto l’anello è di circa 5 ore.
Purtroppo (o per fortuna?) questo periodo estivo è stato piuttosto affollato, di conseguenza arrivati in Valchiusella siamo stati costretti da un ausiliare del traffico a lasciare la macchina sulla Provinciale 64, che abbiamo poi ripercorso a piedi fino a Fondo. Insomma, il nostro ingresso sulla via dei Cantoni è invero cominciato (e finirà) proprio in questo borgo dai tetti in pietra, raggiungibile attraverso un ponte di epoca romana percorribile solo a piedi. Dopo un veloce pranzo a sacco sul fiume, abbiamo attraversato il ponte e imboccato la mulattiera sul lato destro del torrente, seguendo il Chiusella tra bivacchi in pietra, pascoli, cascatelle, pontili e cespugli di fragole.
Se Fondo sembrava piuttosto affollata, giunti a Tallorno la città ci ha accolto col buongiorno roco di una vecchina che stava sulla porta di casa, immersa nel silenzio della montagna altrimenti deserta. Le foto rendono poco l’atmosfera incantata di questa minuscola cittadina nascosta. Da qui, inoltre, partono diversi sentieri alla scoperta delle cime montane e dei laghi alpini, ma un nuvolone iniziava a coprire il cielo blu, ed era quindi giunta ora di tornare a valle.
Anche perché, scegliendo l’argine destro del fiume, abbiamo lasciato il “meglio” per ultimo. Il vero simbolo della Valchiusella, la Cascatella di Fondo, soprannome dato alla splendida cascata del torrente Ribordone, che passa sotto un ponte romano in pietra, e la cui acqua verde trasparente costituisce una freddissima “piscina naturale” dove qualche coraggioso riesce persino a farsi un bagno. Forse, con un clima più caldo, avrei rischiato un tuffo, fatto sta che la potenza della cascata la si può sentire anche solo standovi davanti a beccarsi le gocce gelide sulla pelle mentre si cerca di immortalarla.

Ritornati a Fondo, si conclude il nostro “frammento” di via dei Cantoni. In linea di massima il percorso non ha un gran dislivello, e il pezzettino più “iconico” che abbiamo percorso è adatto a davvero tutti i tipi di gambe. L’unica nota negativa è costituita dalla folla nell’area di Fondo, cascata inclusa. La troppa gente che usava gli scogli come un solarium rendeva quasi difficile passare in certi punti. Motivo per il quale forse sconsiglio la visita di questi luoghi in alta stagione.
Spero di avervi fatto scoprire un posto “inedito” rispetto ad altri del Piemonte. Voi lo conoscevate?
Edit: questo articolo è arrivato al terzo posto su Travel365 come migliore articolo di settembre! Lieta di avervi fatto scoprire questo Piemonte inedito!
Posto stupendo!!! 😍
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E le foto rendono poco la sua effettiva bellezza!
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E’ davvero un posto magnifico, grazie per averlo condiviso! Il ponte ricorda tantissimo quello del Diavolo a Lucca 😀
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Ci sono un sacco di ponti romani e “del diavolo” in Italia. Ho appena scoperto che ne esiste uno anche molto vicino a Torino, a Lanzo Torinese!!
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Credo che nessun’altro abbia mai scritto della Valchiusella… Ottimo! Si dice (ma non l’ho verificato di persona) che durante il lockdown, in alcuni luoghi della valle, il lockdown non ci sia stato – adducendo come motivazione: qui il covid non c’è, e non c è nemmeno chi viene in valle a portarcelo.
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Non lo sapevo, ma la cosa non mi stupisce vista l’esistenza di questi microscopici centri abitati raggiungibili solo scarpinando! 😮
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Laura, ma un tuffo potevi pur farlo! Se non lo fai d’estate… 😛
Comunque, è stato davvero un piacere leggere il tuo racconto nel Best Travel Post di questo mese! In tutta sincerità, non conoscevo questo luogo, è stata una scoperta piacevolissima! Uno scenario incantevole, da girarci il prossimo cartone Disney! 🙂
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Hai ragione, ma se l’acqua non supera i 15° gradi il mio corpo la considera ghiaccio liquido. Grazie mille per i complimenti, questo post adesso indosserà con orgoglio il suo badge! 😁
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