Ho conosciuto Marzamemi da adulta. Eppure, ogni estate, io e la mia famiglia andavamo al mare a Porto Palo di Capo Passero, passando per Vindicari, Pachino e Marzamemi, come quest’ultima non esistesse. Perché difatti non sapevo che esisteva, l’ho conosciuta da adulta, dicevo. E grazie ad Instagram. La cosa mi ha un po’ turbata, perché ho tanti libri turistici, forse un po’ d’epoca, sulla Sicilia a casa, e di Marzamemi non c’è ombra. Ma perché allora è così famosa? Cosa l’ha fatta diventare uno dei borghi più popolari della Sicilia? Sono andata sul posto, mi sono messa a studiare. E ho scoperto tante cose, come il fatto che Marzamemi non è neanche un borgo, ma una frazione di Pachino. Una piazza, praticamente. Una piazza nata attorno ad un palazzo, e una tonnara. E la sua fama è giovane. Perché questa piazza e la sua storia, rischiavano di sparire vent’anni fa, prima di essere salvate da un gruppo di ristoratori…
La città del tonno
Marsà al-ḥamāma, baia delle tortore in arabo, da queste due parole deriverebbe il nome Marzamemi. Se l’etimologia rimane misteriosa, la teoria araba testimonia quanto meno l’importanza di questa dominazione sulla nascita del malafaragghiu, l’abitato dei pescatori. Perché Marzamemi prima di tutto fu una tonnara, fondata degli emirati indipendenti in Sicilia (intorno all’anno mille).

Marzamemi come la conosciamo oggi inizia a formarsi con l’arrivo dei Villadorata, principi della vicina Noto, che iniziarono una ristrutturazione della tonnara e dei suoi dintorni, per aumentarne la produttività. Nel 1752, sulla piazza Regina Margherita, il cuore di Marzamemi, i Villadorata fecero edificare il Palazzo dei Principi, e di conseguenza andarono a ristrutturare tutte le vicine case di pesca, fondarono una scuola, due chiese, un forno (ancora visitabile). Crearono, insomma, Marzamemi borgo. Grazie all’opera dei Villadorata la Tonnara di Marzamemi prosperò, diventando nell’800 la “migliore del Regno delle due Sicilie“.

Rimase attiva fino alla Seconda Guerra Mondiale, quando l’aviazione inglese l’attaccò, uccidendo i suoi dipendenti e danneggiandone la struttura. Non si riprese mai più da quell’attacco, e chiuse definitivamente nel 1969 dopo anni di infruttuosa sopravvivenza. Con la morte della tonnara, morì anche Marzamemi, e le case del malafaragghiu vennero abbandonate dai suoi abitanti…
Il ristorante che salvò il borgo
Quando ancora la Tonnara era in funzione, c’era una bambina che giocava tra le reti dei pescatori. Una bambina che viveva con i suoi fratelli, orfana di madre, e che, come altri, avrebbe lasciato Marzamemi. Quella bambina, ormai donna adulta, diciannove anni fa è tornata in quella che era la sua casa e ne ha cambiato le sorti. Il suo nome è Lina Campisi, ed è lo chef di La Cialoma, una stella Michelin, primo ristorante ad essere nato su quella piazza Regina Margherita, un tempo percorsa da principi, poi ridotta da una colata di cemento a parcheggio.

La Cialoma si è stabilito in una delle case del malafaragghiu, un locale in cui la cucina di mare viene servita su tovaglie bianche, sotto un pergolato di viti d’uva, in un’ambiente ricco di vasi fioriti (decorati da Lina in persona!) e pieno di iconiche sedie dipinte di bianco e blu, che ogni anno vengono rinfrescate per rimanere brillanti come il primo giorno. Un angolo di paradiso che ha attirato non solo clienti, ma anche produzioni cinematografiche, video musicali, pubblicità e immancabili instagrammer.
Se donna Lina è stata l’apripista, hanno seguito il suo esempio altri ristoratori con locali altrettanto curati nel dettaglio, a partire dal Donna Nina all’interno della casa della bidella Sara, quando ancora vi era una scuola sulla piazza di Marzamemi, o lo splendido Liccamuciula direttamente all’interno dell’abbandonato Palazzo di Villadorata, dove alla cucina si accompagnano libri (leggi: la mia idea di paradiso).
La potenza dell’immagine
Come vi dicevo, Marzamemi divenne un set. Tra le sue case vennero girati, tra l’altro, Il Viaggio di De Sica, Sud di Salvatores, ma soprattutto diversi episodio de Il Commissario Montalbano, probabilmente la serie TV che più ha dato lustro ai borghi siciliani in Italia e, senza dubbio, anche all’estero. Oggi Marzamemi è uno dei luoghi più quotati delle “vacanze siciliane” medie, dalla proposta gastronomica interessante e di qualità e un flusso turistico niente male per quella che è appena una frazione.
Un luogo che ha rischiato di morire sotto i colpi di proiettile e del progresso, salvato da una signora sorridente e le sue sedie bianche e blu.
Una bella storia di valorizzazione! Molto interessante!
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Quello che han fatto loro lo si dovrebbe fare con tutti quei bei posti nascosti o sconosciuti ma bellissimi che vengono trascurati. 😉
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