Diciamoci la verità, per me l’Islanda non è proprio nazione da “mordi e fuggi”. Eppure, un flusso turistico di breve durata esiste, e si concentra principalmente su Reykjavik e il così detto “Circolo d’Oro”, che in un giorno o due ti permette di avere un delizioso assaggio di quello che nasconde l’isola tutta. Inutile dire che il Circolo d’Oro sia, dunque, l’itinerario più inflazionato, percorso da tutti coloro che mettono piede in Islanda (tranne me, perché io il Circolo d’Oro l’ho visto solo su carta…shame on me!).
Eppure, esiste un altro “circolo”, meno famoso ma altrettanto affascinante, che vi aspetta nel nord della nazione, chiamato “Circolo di Diamante” per la forma a diamante che compongono le sue strade. Nei suoi 250km tocca cinque destinazioni straordinarie che possono, allo stesso modo, “riassumere” tutto quello che l’Islanda ha da offrire.

Sarà che è una creatura abbastanza recente (la strada n.862 è stata costruita solo nel 2011!), fatto sta che in alcune delle tappe del circolo potreste ritrovarvi completamente da soli, voi e la natura selvaggia islandese. Che è un po’ quello che il turista che viene fin quassù cerca.
Seppur a più riprese, ho vistato tutte e cinque le tappe principali: ecco cos’altro ho visto e perché non dovreste assolutamente lasciarvi scappare quest’itinerario!
Goðafoss
Ipotizzando che il visitatore provenga dalla Ring Road in senso orario, lasciatasi la città di Akureyri alle spalle, la prima tappa che incontrerà sarà Goðafoss, la cascata degli Dei. Un nome altisonante per una cascata di oltre trenta metri, tra le più famose in Islanda.
Il nome deriverebbe da un evento storico dal sapore leggendario, quando il sacerdote e capo Þorgeir Ljósvetningagoði decise di gettare giù da questa cascata le statue dei suoi dei pagani a seguito della conversione dell’Islanda al Cristianesimo. La vicina Þorgeirskirkja (abbastanza moderna e un po’ bruttina a dire il vero, quindi evitabile) celebra quest’evento epocale.

Goðafoss è osservabile da entrambe le sponde, un parcheggio vale l’altro perché i due lati del fiume sono connessi da un ponte percorribile a piedi, tra l’altro molto panoramico che dà su una seconda cascata più piccola, la Geitafoss. Si può persino scendere sulla riva sul lato sinistro. Immancabile!
Húsavík
Non spenderò molte parole sulla seconda tappa del Diamond Circle, la città portuale di Húsavík, avendone già parlato in un post dedicato al Whale Watching Tour. Nel caso in cui salpare non vi interessi, Húsavík rimane una delle più belle cittadine da me visitate in Islanda, per cui vale la pena fare un salto qui anche solo per passeggiare tra le vie del porto e mangiare qualcosa di tipico in uno dei pittoreschi ristorantini affacciati sulla baia di Skjálfandi.

Parco nazionale del Jökulsárgljúfur (Ásbyrgi)
Inserito all’interno del più grande Parco Nazionale del Vatnajökull, lo Jökulsárgljúfur concentra in pochi km paesaggi e punti d’osservazione per me tra i più belli nel nord dell’Islanda. La maggior parte dei viaggiatori sulla Ring Road tende a visitare solo Dettifoss, saltando questa tappa, ma vi assicuro che vale la pena fermarsi un po’ di più. A partire dal canyon di Ásbyrgi, che costituisce tappa a sé stante del Diamond Circle. Secondo la leggenda, la sua forma a zoccolo di cavallo è opera del cavallo di Odino in persona, Sleipnir, che calpestando questo punto d’Islanda ha lasciato la sua orma. Un paradiso per gli amanti del trekking che qui troveranno tanti percorsi con vari livelli di difficoltà.

Ásbyrgi è inoltre una delle rarissime aree densamente alberate dell’isola, per cui qui è possibile trovare meravigliosi colori autunnali, come quelli in cui mi sono imbattuta durante la mia visita a Hljóðaklettar, un’altra area del parco di Jökulsárgljúfur, popolata da colonne di basalto alte centinaia di metri. Un vero e proprio paradiso geologico la cui perfezione vi farà domandare se non ci sia una qualche mano divina dietro.
Fiore all’occhiello di Hljóðaklettar la “chiesa di lava”, una grotta formata da una bolla fredda che ha permesso al magma di solidificarsi in una curiosa forma cava.

Dettifoss
Seppur all’interno dello Jökulsárgljúfur, anche Dettifoss costituisce una tappa a sé. Questa straordinaria cascata è la seconda più “potente” dell’intera Europa, con i suoi cinquecento metri cubi di acqua al secondo che cadono a picco per quarantacinque metri. Un vero e proprio spettacolo della natura, tanto potente da far tremare i polsi, che è stato utilizzato anche nelle scene iniziali del film “Prometeus”.

Dettifoss è osservabile su entrambi i lati, seppur da parcheggi non collegati tra loro. Il più facile da raggiungere è il parcheggio ad est, dal quale è inoltre possibile imboccare un secondo sentiero fino alla più piccola cascata di Selfoss, ad appena una ventina di minuti a piedi da Dettifoss.
Il parcheggio ovest, invece, si raggiunge percorrendo una strada parecchio accidentata, da fare esclusivamente con 4×4 e solo durante la bella stagione quando la transenna è aperta (io, ad esempio, la trovai chiusa).
Regione del Mývatn
Anche il Circolo di Diamante ha la sua area geotermica, ed è quella del Lago Mývatn. Considerato una delle migliori aree per il birdwatching in Islanda, il lago in sé è famoso per gli pseudocrateri di Skútustaðagígar, percorribili grazie ai facili sentieri. Il lago ha però un grosso difetto, gli sciami di moscerini che popolano quest’area (Mývatn vuol dire proprio “lago dei moscerini”). Non pungono, ma circondano le teste dei visitatori non appena stanno troppo fermi, ed è facile mandarli giù per sbaglio. Da visitare solo se dotati di cappuccio con rete.

L’area geotermica del Mývatn più popolare è quella di Hverir, ai piedi del vulcano Námafjall. Al pari di quella del Geysir del Circolo d’Oro, qui ci si ritroverà in un panorama quasi marziano, una distesa color ocra puntellata da pozze sulfuree che ribollono. Niente geyser, ahimè, solo fumarole in un’area quasi desertica per via del terreno acido. Molto affollato, ma immancabile!

Eppure, la più inaspettata sorpresa di quest’area per me è stata la solfatara del vulcano Krafla, uno splendido sentiero in mezzo a campi di lava fumanti che si snoda su panorami sempre diversi, con il fiore all’occhiello del bellissimo lago Víti, nascosto in un cratere vulcanico, i cui colori fanno pensare di essere finiti su un altro pianeta.
Due chicche della regione, infine, sono la grotta geotermica Grjótagjá, che è stata usata per alcune riprese del Trono di Spade (per intenderci, la scena d’amore tra Jon Snow e Ygritte) e, infine, i Mývatn Nature Bath, una Blue Lagoon meno artificiale e più economica che può essere un’ottima alternativa per chi vuole provare l’emozione di un bagno termale islandese che sia più lussuoso di una qualsiasi heitir pottar.

Ci sono tantissime altre micro-tappe che è possibile fare all’interno del Diamond Circle, ce ne sono alcune che ho scelto di lasciare indietro e che ho visto solo da lontano (come il cratere di Hverfjall o l’area basaltica di Dimmuborgir solo per restare nel Mývatn), altre che invece ho tralasciato qui nel post. Ma di una cosa sono certa, in Islanda c’è sempre qualcosa di nuovo da vedere, l’ho visto io nel cambio delle stagioni, l’hanno visto altri viaggiatori nel corso degli anni.
Per me il nuovo sarà il Circolo d’Oro, magari per voi sarà il Diamante!