Diario di Viaggio

Quella volta che ho fatto sei ore di fila per entrare nell’Eliseo

…Detto anche “Un’Italiana VS Les Journées Européennes du Patrimoine 2018

Buongiorno lettori, questa volta ho avuto una buona scusa per non avervi più aggiornato sulle avventure francesi, sono tornata in Italia per qualche giorno allo scopo di concludere una volta per tutte il mio percorso universitario! Con l’ennesima corona d’alloro in testa sono poi tornata a Parigi dove il lavoro mi aspettava, e finalmente libera da qualsiasi impegno accademico posso finalmente tornare a raccontarvi della Francia qui sul blog.

E allora torniamo mentalmente al 15 e 16 settembre scorso dove qui in Francia si sono celebrate le Giornate Europee del Patrimonio, l’evento culturale che apre le porte ai siti “segreti” delle città, permettendo ai visitatori di scoprire angoli decisamente indediti.  Sabato 15 sono riuscita a visitare tre siti, non così inarrivabili ma sicuramente interessanti. Ho iniziato la mia avventura al Palais Royal, che per l’occasione ha aperto sale e uffici al pubblico, con preparate guide che ci hanno portato a spasso tra le sale volute dal cardinale Richelieu, un tempo magione di Luigi XIV e Maria Antonietta, protagonista della Rivoluzione Francese poi e oggi sede del Ministero della Cultura Francese, del Consiglio di Stato e del Consiglio Costituzionale. Ottimo punto di partenza, al Palais Royal ho ricevuto una shopbag in tela con la guida a tutti gli eventi delle JEP2018 e un libretto dedicato alla storia del palazzo e agli enti che qui hanno la loro sede. Unica pecca è che le guide parlavano tutte solo francese, dunque se non capite la lingua la visita potrebbe risultare noiosa. L’ingresso al Palais Royal è comunque sempre gratuito, mentre la visita guidata è a pagamento.

Les Deux Plateau, o Colonne di Buren, è un’istallazione d’arte contemporanea posta nel cortile interno del Grand Palais e luogo parecchio instagrammato!
Sala del Consiglio di Stato
Il tricolore francese naturalmente immancabile!

Il pomeriggio è stato dedicato al Petit Palais, padiglione espositivo costruito durante l’Esposizione Universale del 1900 e oggi adibito a galleria d’arte. Se le collezioni permanenti sono sempre visitabili gratuitamente, in occasione delle JEP2018 mi è stato possibile fare un salto a due interessantassime mostre temporanee: Les Impressionistes à Londres, dedicata a tutti gli impressionisti che hanno attraversato la Manica per recarsi nella capitale inglese e che ne hanno dipinto le atmosfere nebbiose e fumose, e Jakuchu – le royaume coloré des êtres vivants dedicata ad un pittore di Kyoto del periodo Edo e ai suoi bellissimi e delicati rotoli di carta di riso dipinti con galli colorati, fiori di ciliegio e foglie d’autunno. Tra l’altro al Petit Palais vi erano diverse attività interessanti, tra le quali la possibilità di sedersi nel giardino interno per dipingere dal vero come un vero pittore francese. Inutile dire che dovevo provare, ma l’ameno risultato lo terrò per me…

La bellissima facciata del Petit Palais
Tramonto su Londra di Monet, della mostra “Les impressionistes à Londres”

Dulcis in fundo, e neanche tanto, dalle 17:00 in poi anche il Grand Palais, dirimpetto il Petit, ha aperto le sue porte al pubblico gratuitamente. E considerato che l’ingresso è di ben 30 euro mi sono pazientemente messa in fila per 45 minuti buoni (che mi sono sembrati lunghissimi, ma che ne potevo sapere io di cosa mi aspettava il giorno dopo…) per entrare in quest’altro padiglione espositivo dell’Esposizione Universale del 1900. Consiglio la visita di questo edificio solo quando gratuita perché non c’è oggettivamente nulla degno di nota a meno che non siate dei compratori d’arte e design e volete visitarne la Triennale. Per il resto bellissima la volta a vetro e l’architettura in volute di ferro, l’unico punto affascinante della location.

Con questo bagaglio di scoperte culturali nella borsa in tela mi sono preparata al secondo giorno delle JEP2018. La meta già la sapevo, perché la TV non parlava d’altro. Il Palazzo dell’Eliseo, sede del governo francese e casa di Emmanuel Macron. In TV parlavano di scoraggianti file di 4 ore, ma si tratta di un sito che apre una sola volta l’anno, e si sa che i francesi sono patriottici…Bene, sono decisa, sono equipaggiata, mi alzo presto e alle 8:30 del mattino sono in fila. Peccato che forse non era poi così presto come pensassi, visto che la gente qui dorme sul posto o si presenta alle quattro del mattino per essere in prima linea all’apertura delle porte. Quella per l’Eliseo è stata ufficialmente la fila più lunga che abbia mai affrontato nella mia vita, al confronto le tre ore dei Musei Vaticani impallidiscono. Sei ore sotto il sole cocente, tre step di controlli, una sola pausa bagno per non perdere il posto (ma d’altro canto la disisdratazione ha aiutato), famiglie in fila con bambini piccoli, nonnine con cappello e borraccia gelata e uomini coraggiosi che si vantavano di come quella non fosse la loro prima visita. Dopo aver letto tre giornali, due capitoli di un libro, aver osservato un concerto strategicamente posto nei giardini degli Champs Elysées, aver meditato sul significato della vita, aver saltato una trentina di persone riconoscendo la testa di un collega tra la folla, alla fine sono entrata nel palazzo presidenziale.

Quando vedi il Palazzo dell’Eliseo all’orizzonte e pensi di stare per entrare…e invece no, ci sono altre due ore di fila almeno!

Anche questa visita è stata in fila, tra le stanze rococò un tempo residenza di Madame Pompadour, oggi ufficio di Macron, con sala banchetti e consigli, e il presidente che cammina tra le sale a ricevere la folla coma una rockstar. Io non l’ho incontrato, ma ho visto persone acquistare le tazze con la sua faccia stampata sopra e mi domando perché in Italia questo culto presidenziale non ci sia. Oddio, forse in realtà la risposta la so. C’è da dire che probabilmente non dovrei fare sei ore di fila per entrare al Quirinale, o forse sì, chissà. Ad ogni modo in Francia il presidente vive in sale degne di un re, forse che forse questa fascinazione da Luigi XIV ancora non è morta….

Particolare del Gran Salone con piatti d’epoca
Le sale dell’Eliseo ospitavano workshop e dimostrazioni del tema “Condividere l’arte” dell’edizione 2018 delle JEP
Pezzo forte, l’ufficio presidenziale. La scrivania di Macron con sopra le sue foto personali. Ho dovuto sgomitare per fare questa foto decisamente infelice!

Viste le foto, rigorosamente scattate tra la folla, voi avreste resistito per vedere un sito così unico aperto una sola volta l’anno e vi sareste arresi? Fatemi sapere se sono o meno pazza ad aver intrapreso questo “pellegrinaggio”, e soprattutto cosa avete visitato di curioso durante le Giornate Europee del Patrimonio di quest’anno!

Pubblicità

1 pensiero su “Quella volta che ho fatto sei ore di fila per entrare nell’Eliseo”

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.