Se il Kunshi Matsuri è stato più una parata, finalmente sono riuscita a partecipare ad un Matsuri come il nome stesso fa pensare: un festival giapponese tra spettacoli, parate e naturalmente stand di giochi e street food.
Sto parlando dello Zuiki Matsuri, un festival di cinque giorni che ha una storia millenaria: nasce proprio quando, circa nel 900, una processione partì dal tempio di Kitano Tenmagu per esprimere gratitudine per l’ottimo raccolto.
Oggi come allora la processione inizia proprio da questo tempio, di cui vi parlerò presto nella Guida Smart ai Templi – parte 2, il primo Ottobre, e fa sfilare diversi omikoshi (palanchini shinto) per le strade del quartiere, facendo sosta in vari templi della zona. Ad ogni sosta diversi rituali omaggiano il carro, inclusa una danza Yaotome, fatta da bellissime bambine in abiti tradizionali. E finché i palanchini saranno in sosta potrete trovare tre giorni di stand, tra i classici da matsuri che avete visto in qualsiasi anime e naturalmente tanto cibo da strada, a prezzi non male! Un’ottima occasione per assaggiare un buon mitarashi dango e un meno buon tayaki!



Finiti i tre giorni di sosta, si ritorna al Kitano Tenmagu attraverso il distretto di Kamishicken, dove le maiko e lei geiko (le geisha di Kyoto) si mostrano alla luce del giorno per dare il bentornato a casa agli omikoshi. Come qualsiasi evento dove le geisha, quelle vere, sono annunciate, una folla mostruosa di fotografi professionisti, asiatici e non, si appostano come i peggiori avvoltoi. Non nascondo di essere stata più volte strattonata, superata, maltrattata dai suddetti! Anche i Giapponesi sanno essere scortesi, quando vogliono. Ma nonostante ciò alla fine ho ottenuto i miei scatti di una delle geisha più famose di Kamishicken, Katsune. Inutile dire quanto fosse assolutamente etera e impeccabile. Sono sempre più innamorata di queste figure!!




Ma la particolarità maggiore di questo festival sono sicuramente gli omikoshi stessi, decorati con vera frutta e verdura, secca come fresca, proprio a simboleggiare il raccolto. D’altronde lo stesso Matsuri prende il nome dai gambi del Taro, chiamati appunto Zuiki, che vengono utilizzati per decorare il tetto degli omikoshi. Tutta la superficie è ricoperta di erba secca, calendule, soia, crusca di frumento, ben intrecciata sui pannelli laterali. Su ogni lato del palanchino sono rappresentate scene delle leggende giapponesi, le cui creature sono realizzate sempre con frutta e verdura! Non mancano decorazioni fatte con pomodorini, melanzane, cetrioli e peperoni, appesi alle pareti così come potete vedere dalle foto.




Dopo aver seguito l’intera parata di giorno quattro e aver visitato il Matsuri fin dal primo giorno, posso dire con certezza che ne è valsa la pena! Credo che per comprendere al meglio una cultura diversa partecipare a queste manifestazioni nella loro interezza possa davvero aiutare a sentire meglio il folklore, quindi se doveste avere a che fare con un qualsiasi Matsuri…non lasciatevelo scappare!
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